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   Il Punto

venerdì 10 ottobre 2014

Tumore al pancreas: individuati biomarcatori


Nel caso dei tumori, ben si sa, prima vengono diagnosticati e più i trattamenti sono efficaci allungando l’aspettativa di vita. Ci sono tumori, come quello alla pelle o al seno, che si prestano a controlli regolari e possono essere scoperti anche con la vista ed il tatto. Ma ce ne sono di quelli veramente difficoltosi da intercettare e quindi potenzialmente più letali. Uno di questi casi è il tumore al pancreas. Questo organo è nascosto in profondità nel corpo e un eventuale problema non può essere scoperto con esami di routine. Quando i sintomi diventano evidenti, spesso il tumore è già in fase avanzata e si è spostato in altri organi. Un nuovo studio del MIT (Massachusetts Institute of Technology) offre ora un raggio di speranza nella rilevazione dei tumori al pancreas recuperando anni rispetto ai metodi tradizionali. Dopo aver analizzato il sangue di 1.500 partecipanti ad uno studio sulla salute a lungo termine, i ricercatori hanno trovato che le persone con un flusso di particolari aminoacidi avevano più probabilità di sviluppare in seguito il tumore al pancreas. In collaborazione con il Broad Institute, i ricercatori hanno testato i livelli di oltre 100 diverse molecole metaboliche nel sangue, tra cui proteine ​​e zuccheri, alla ricerca dei segni rivelatori, i biomarcatori, della malattia. “Quello che abbiamo trovato è stato che la presenza di 3 amminoacidi (leucina, isoleucina e valina) indica una chiara predisposizione ad un futuro tumore al pancreas”, ha detto Matthew Vander Heiden, del MIT, professore associato di biologia e membro del Koch Institute for Integrative Cancer Research. A pazienti con livelli elevati di questi tre amminoacidi, messi sotto controllo, è stato possibile diagnosticare il tumore al pancreas già un anno dopo l’esame del sangue, mentre ci sarebbero voluti anche 10 anni perché fosse individuato con i mezzi tradizionali. Lo stesso tipo di ricerca è stata fatta sulle cavie, ottenendo gli stessi risultati. Simili cambiamenti metabolici non sono stati osservati in altri tipi di tumori. Una migliore comprensione di questo meccanismo potrebbe portare in futuro a trattamenti che prevedano di tagliare l’apporto di sostanze nutritive al tumore. Ora si tratta di preparare un test diagnostico affidabile per l’utilizzo su larga scala.

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